Le solitudini

Il triennio 2018-2020 è stato dedicato al tema generale della solitudine, affrontato sullo sfondo suggestivo dell’ex-miniera Ravi Marchi di Gavorrano. Un motivo portante e ricorrente nel mondo poetico e teatrale di Alfonso Santagata, che rispunta ed emerge in modo sempre nuovo e inaspettato. Le “solitudini” saranno la traccia, disegneranno il percorso che guiderà le produzioni, i seminari e, soprattutto, i progetti, tanto quelli residenziali, quanto quelli nati dalla collaborazione con enti, istituzioni e teatri.

In questa direzione si è anche orientato il processo pedagogico nella formazione di attori, in modo da ricercare forme di espressioni inedite perché collegate allo straordinario scenario che il luogo offre alla creazione artistica.


Nel 2018 viene organizzata la serata Solitudini nel caos della notte, che vede ospite la compagnia fiorentina Gog Magog con Non è quel che sembra e Un pugno d’amore.

le solitudini - gogmagog

Nel 2019 è la volta delle Solitudini amare: il confronto inizia con Thomas Bernhard. Il drammaturgo austriaco è infatti al centro dell’indagine teatrale nell’allestimento di “Bernhard e le sue insensate efferatezze” affrontato da Massimiliano Speziani e Alfonso Santagata.

Soliloqui ordinari che hanno il sapore della follia, che risuonano nella pietra antica della miniera; esistere e insistere contro tutto ciò che è insopportabile e orribile fino allo sconfinamento nella tragica comicità.

Nella stessa sera viene presentato un primo studio teatrale su Pia de’ Tolomei, figura storica e letteraria di questa terra, la cui leggenda continua a suggestionare poeti, e soprattutto cantastorie popolari.

Questo è stato un primo “sguardo” sulla figura di Pia, dove abbiamo preso in considerazione prevalentemente la sua ricezione popolare: la festa del primo giugno, ad esempio, giorno in cui apparve il suo fantasma e col levarsi del vento si può udire il suo lamento.

Per realizzare questa prima indagine ci siamo anche serviti di interviste alla gente del posto: «Non lo so se la Pia sia esistita, ma a Siena il palazzo de’ Tolomei c’è e l’ho visto anche io, il castello di pietra c’è, non credo che sia tutta invenzione: l’hanno abbellita, caricata… ma non è tutta inventata».


Sempre nel 2019 si svolge la serata teatrale Solitudini al chiar di luna, dove la Katzenmacher ospita il lavoro di Marco Manchisi.


Il triennio si chiude nel 2020 con il Fantasma della Pia. Secondo sguardo

Ideazione Alfonso Santagata
Con Daria Panettieri e con Consolata Paracchi, Giorgio Bocci, Selena Doncovio, Simona Giorgi, Maria Elena Ciottoli
Un ringraziamento a Roberto Madonna
Assistenza tecnica Carolina Agostini

Dante ha creato intorno alla figura della Pia una potenza e un mistero che continua nei secoli: nell’Ottocento e nel Novecento soprattutto, quando letterati e poeti hanno continuato ad alimentare e ingigantire la leggenda di questa donna.

Abbiamo deciso di lavorare nelle pieghe della Pia, senza cercare di far luce, ma anzi fortificando l’alone di mistero. La Pia torna sempre e continuamente nel cuore dei maremmani: riti e feste le sono dedicati. Studiamo come la sua tragedia è diventata mito, e il personaggio storico è ora indistinguibile da quello leggendario.